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Trekking, una giornata in Abruzzo su Monte Focalone

(Fonte Raianaraya.com)Oggi vi racconterò di una giornata di trekking fantastica trascorsa sulle montagne del Parco Nazionale della Majella in Abruzzo a fine Luglio di questo anno. Nello specifico, un’escursione iniziata dalla cima del Blockhaus (2145 m). Avendo superato il Blockhaus, ci incamminiamo nel primo sentiero sterrato che in pochi minuti ci porta a oltrepassare una cappel

Una volta superata, la lasciamo alla nostra sinistra continuando sul sentiero che circoscrive la montagnetta sul versante destro.

Il sentiero è molto panoramico e già dal momento che si imbocca ci permette di immergerci completamente nel verde. Inoltre, è uno dei pochissimi luoghi nel versante appenninico italiano in cui è presente il pino mugo. Caratteristica non da poco, dato che ricopre completamente il sentiero per oltre due ore di cammino e crea uno degli scenari naturalistici più particolari al mondo. Ad un certo punto, circa ad una ventina di minuti a piedi dal Blockhaus, ci ritroviamo davanti ad una roccia immensa da cui potersi affacciare ed ammirare tutto lo spettacolo della valle e degli appennini dinanzi a noi.


Dopodiché, abbiamo continuato a camminare sul sentiero per circa un’oretta, durante il quale si è proseguiti su un terreno sempre in piano e ben messo che non presentava zone accidentate o tratti faticosi. Ed è proprio alla fine dell’oretta di cammino, o poco più, che siamo giunti ad una fontanella dove abbiamo potuto riempire di nuovo le nostre borracce e abbiamo avuto la possibilità di rinfrescarci un po’, anche perché il caldo si faceva sentire così come il bisogno di acqua.Dopo un attimo di rifocillamento, ci siamo rimessi all’opera ed abbiamo ricominciato a camminare proseguendo verso la ‘cresta’ che oramai era a poco più di un’ora di cammino. In particolar modo, il primo step sarebbe stato il “Bivacco Fusco”. Una piccola casupola squadrata giallo ruspa che offre riparo a quegli escursionisti che bivaccano e hanno bisogno di un luogo coperto per passare la notte.


Dopo una mezz’oretta di cammino dalla fontanella, comincia il tratto più duro e complesso. Infatti, il sentiero sale di colpo con una pendenza molto elevata e a tratti si comincia a calpestare un terreno piuttosto sassoso. La salita è sfiancante e per circa mezz’ora si sale a fatica con il caldo che non aiuta per niente. Ciononostante, il panorama diventa sempre più bello ed ammaliante. Ad un certo momento della salita, infatti, la vegetazione ed i pini mughi lasciano spazio ad un terreno ghiaioso e quasi privo di flora. Lo scenario è incredibile: linee ondulate che si rincorrono come in un gioco formando come un mantello a scacchi color bianco ghiaccio che nel cielo blu aleggia e dall’alto domina sulla vallata.


Raggiungiamo finalmente il bivacco Fusco e continuiamo a salire seguendo il sentiero segnato che porta al Monte Focalone (2676 m). Da quella zona si possono raggiungere molte altre cime oltre al Focalone come, ad esempio, il Monte Amaro (2793 m) a molte ore di cammino, il Monte Acquaviva (2737 m), il Monte Rotondo (2656 m) e molte altre ancora raggiungibili a seconda del sentiero che si decide di seguire. Tutti segnati e battuti in modo adeguato.



Il percorso per giungere in cima è sempre in salita e a tratti ancora abbastanza faticoso. Il terreno, da un certo punto in poi, è completamente ghiaioso e la vegetazione scompare del tutto. Proprio per le suddette caratteristiche del suolo, diventa ovviamente più facile scivolare, diminuendo di molto l’adesione delle scarpe sulla superficie.

Finalmente conquistiamo la vetta e spuntiamo il Monte Focalone sulla nostra check-list. Dinnanzi a noi, la vastità di tale scenario fa si che lo sguardo si perda nell’immensità e non riesca a ritrovarsi. Ovunque, omini di pietra, piramidi di pietre alzate dagli escursionisti per segnalare il loro passaggio in quel luogo. La cima è piuttosto affollata, ma riusciamo a trovare un posto poco lontano dove costruire il nostro omino e poi continuare con la nostra escursione. Infatti, da lì, ricominciamo la discesa per evitare il forte vento che soffiava su in cima in modo da poterci fermare e mangiare senza morire di freddo. Mangiamo un panino ed un dolce che avevamo preso di strada salendo dal passo Lanciano e ci rimettiamo in cammino.


Una volta terminata la pausa pranzo, siamo tornati indietro fino al blockhaus e poi al Rifugio Bruno Pomilio dove abbiamo provato una buona birra locale, la pesce palla, prima di riprendere l’auto per il ritorno. Il festeggiamento dell’esperienza unica appena vissuta. Avventura sicuramente da rivivere sia per la sua bellezza che per la sue peculiarità che rendono la zona della Majella uno dei luoghi più caratteristici sia a livello nazionale che internazionale.


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