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Nel cuore del Gran Sasso d'Italia.. Campo Pericoli e la Val Maone.

  • 1 ago 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 28 apr

scopri una conca di origini glaciali in Abruzzo

Nel cuore del Gran Sasso d'Italia, circondata da vette tra le più alte dell'appennino, si apre una conca di origine glaciale la cui bellezza lascia senza parole ogni escursionista che si trova ad attraversarla. Un luogo che parla di natura incontaminata, di paesaggi da cartolina, di storie d'alta quota ed antiche vie di passaggio. Ci troviamo a Campo Pericoli, tra la dorsale centrale e quella occidentale del Gran Sasso, al centro di uno scenografico anfiteatro naturale fatto di alte vette e pareti di roccia.


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Per quanto il suo nome possa lasciar presagire delle ipotetiche condizioni di pericolosità proprie del luogo, in realtà esso si presenta nel suo attraversamento come un ambiente piuttosto dolce, senza quell'asprezza e severità tanto evocata dal proprio nome.

Nei secoli passati è stato questo un luogo di passaggio tra due versanti del Gran Sasso d'Italia ed è tutt'ora percorso durante la bellissima "traversata bassa" che da Campo Imperatore sul fianco aquilano del massiccio arriva fino ai Prati di Tivo e Pietracamela nel versante teramano.




In passato questo luogo veniva chiamato con l'appellativo dialettale di "Campo Apríco", vale a dire "Campo Aperto", per le sue caratteristiche geomorfologiche che lo ponevano come un ampio spazio di separazione (un "Campo Aperto" per l'appunto) tra la dorsale centrale e quella occidentale del Gran Sasso da cui esso è racchiuso. Campo Pericoli deriverebbe pertanto la genesi del suo nome da un processo di derivazione linguistica della toponomastica del luogo. L'oronimo sarebbe dunque legato a queste sue peculiari caratteristiche geografiche e fisiche, non di pericolosità quanto piuttosto di ampiezza.



Ai margini settentrionali di questa conca si apre una valle, sempre di origine glaciale, tra le più belle ed affascinanti di tutto il Gran Sasso. Siamo in Val Maone, a ridosso del Corno Grande e Piccolo da un lato e del Pizzo di Intermesoli dall'altro. Un luogo incantato, in cui il paesaggio alterna bellissime faggete a pareti di roccia vertiginosa ad ampi spazi erbosi. Una valle la cui bellezza lascia il segno... meravigliosa nel suo attraversamento durante la colorata stagione autunnale, bellissima in tarda primavera per le numerosissime fioriture che accompagnano il cammino, così piacevole durante la bella stagione con l'ombra delle sue faggete a mitigare la calura estiva.


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La Val Maone regala all'escursionista uno tra i trekking più belli del Gran Sasso. Partendo dai Prati di Tivo si apre un percorso che risale la Valle in uno scenario letteralmente da libro di favole. Si attraversano faggete, costeggiano cascate, si lambiscono pareti rocciose e raggiungono antichi rifugi pastorali in pietra, testimonianza viva del passato di questi luoghi. Entrando poi dentro Campo Pericoli si raggiunge, attraverso un un percorso ad anello, il rifugio Garibaldi in quota 2230 metri, il più antico rifugio appenninistico italiano la cui costruzione risale al lontano 1886 ad opera della sezione romana del Club Alpino Italiano. Successivamente si raggiunge il Duca degli Abruzzi, quota 2388 metri sulla cresta est del monte Portella, in posizione panoramica privilegiata sull'intera conca.




Lasciando il rifugio alle spalle il sentiero risale costeggiando sulla sinistra la parete occidentale del Corno Grande. Da qui la strada per raggiungere la vetta è ancora lunga, ma piegando sulla destra in direzione della Sella di Monte Aquila si può facilmente raggiungere il Duca degli Abruzzi. Il colpo d'occhio su Campo Pericoli con il suo anfiteatro di vette a fare da cornice è, da questo punto di osservazione, assolutamente grandioso. Il luogo ideale per gustare di un tramonto estivo d'alta quota in una location del Gran Sasso dal grande ed indiscusso fascino panoramico.

cuoristà rifugio garibaldi...

Al di sopra del rifugio Garibaldi, in posizione seminascosta alla vista, sorge una piccola piramide in pietra la cui storia è legata alla nascita dello stesso Club Alpino Italiano e della relativa sezione romana in particolare.


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Questa piccola piramide cela in realtà il monumento funerario di quello che fu un grande uomo del suo tempo, Edoardo Martinori, ingegnere, letterato, camminatore ed esperto alpinista. Amante delle vette e dei panorami del Gran Sasso, insieme a Quintino Sella partecipò alla fondazione della sezione romana del C.A.I. nel 1873. Quella stessa sezione che un decennio dopo contribuì alla nascita del rifugio Garibaldi e che inaugurò in quegli anni un periodo d'oro per la conquista alpinistica del Gran Sasso da parte dei suoi membri.

Alla sua morte avvenuta nel 1935 l'ingegner Martinori chiese di essere sepolto in quel preciso luogo e quella piccola piramide, dimenticata dai più e quasi nascosta alla vista, vuole essere oltre che il suo luogo di riposo eterno, anche memoria di un pezzo di storia alpinistica di questi luoghi.


A dir poco meraviglioso è il panorama che si gode da quel punto, con la vista che spazia dal Portella al monte Corvo, dal Cefalone al Pizzo d'Intermesoli fino alla vetta occidentale del Corno Grande, con la conca di Campo Pericoli in primo piano di cui il rifugio Garibaldi costituisce un ideale baricentro.

I colori, l'atmosfera, il silenzio.. dico sempre e ripeto a me stesso che il Gran Sasso è un luogo unico, non semplicemente da osservare, ma ascoltare e gustare fino in fondo.



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